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martedì 26 giugno 2012

Cantiamogliene 4!


Mi raccomando...multate pure la macchina dei Beatles!!!



Questa settimana partiamo da una copertina, una delle più famose della storia della musica: quattro ragazzi barbuti attraversano le strisce pedonali davanti agli studi della casa discografica Apple, ad Abbey Road, Londra. Titolo dell’album: “Abbey Road” appunto, tra i brani “Come Together” e “Here Comes The Sun”.
Parliamo dei Beatles e della leggenda che vuole che uno dei leader del gruppo, Paul McCartney, sia in realtà morto in un incidente stradale tenuto nascosto nel 1966, per essere successivamente rimpiazzato da un sosia.
Secondo i sostenitori di questa teoria la copertina di questo album è ricca di indizi. I più evidenti?
Paul è il terzo Beatle ad attraversare la strada e la sua figura appare molto strana rispetto agli altri: è scalzo, con gli occhi chiusi e con la sigaretta sulla mano sbagliata (in realtà è mancino), secondo alcuni è come se fosse il suo fantasma o il suo feretro.
Gli altri rappresenterebbero rispettivamente: un sacerdote (John Lennon vestito di bianco), un uomo che porta la bara (Ringo Starr, in nero) e un becchino (George Harrison, in jeans, cioè in indumenti da lavoro).
Inoltre la targa dell’auto parcheggiata sulla sinistra è “IF28”, tradotto “SE28”, cioè “se fosse ancora vivo, avrebbe 28 anni”, cosa che corrisponde quasi a verità, se si prendesse in considerazione la data di concepimento e non quella di nascita.
Altri “indizi” sono contenuti in tracce e copertine di questo e altri album, ma il fatto è che se McCartney fosse veramente morto nel ’66, la sua quasi quarantennale carriera da lì in avanti sarebbe allora da attribuire al suo sostituto? Beh, bravino sto sosia!
Ma soprattutto, chi parcheggiò quella macchina targata IF28 in quel modo!?!
Evidentemente a Londra erano sprovvisti di ausiliari della sosta...figure professionali che dalle nostre parti di certo non mancano!
L’altro giorno è venuto a Recanati il Ministro dei Diritti Umani dell’Ambasciata Argentina e noi come l’abbiamo accolto? Come direbbe Giacomo nel famigerato sketch di “Tre uomini e una gamba”...con una bella multina!
Per di più si è pure infierito sulla macchina di un disabile che partecipava allo stesso convegno presenziato dal Ministro.
Ma non c’era una sentenza del Giudice di Pace che decretava l’illegittimità dei parcheggi a pagamento in Corso Persiani?
Art. 7 Comma 6 Codice della Strada: “le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”.
Aggiungete che secondo l’Art. 40 del medesimo codice la carreggiata deve essere delimitata da una riga bianca.
Le strisce blu dovrebbero rimanere al suo esterno e ciascun posto auto dovrebbe avere le seguenti dimensioni: 2,30 m x 4,50 m, più 1,50 m per il passaggio dei pedoni.
Infine considerate che a fronte di una determinata quantità di posti a pagamento devono essere comunque garantiti dei posti gratuiti.
Magari avremo torto, ma qualche perplessità su quei parcheggi resta...
Uno potrebbe pensare che, con un po’ di buon senso, il Comune dipinga di bianco quelle strisce blu e via tutti i problemi, ma la cosa non è così semplice e spieghiamo ora il perché.
Le entrate derivanti dai parcheggi attualmente non finiscono nelle casse comunali, ma in quelle di un’azienda privata, la SIS, grazie all’accordo sul Centro Città stipulato con la passata Amministrazione.
Questa società, tra l’altro, due anni fa rimase invischiata in una vicenda giudiziaria per presunte irregolarità nelle gare di appalto per la gestione dei parcheggi a pagamento di diversi comuni italiani (come si può leggere da questo articolo de “il Cittadino di Recanati” dell’epoca).
Or dunque, se invitiamo Paul McCartney (o il suo sosia) al Persiani, gli multiamo il Maggiolino sulle strisce blu perché non ha esposto il cartellino?

LP 
 

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